26/03/09

Domenica 29 marzo: MAGDALENE

Il calvario delle donne segregate nei conventi delle suore della Misericordia.
Con coraggio Peter Mullan sfida la Chiesa cattolica irlandese

Margaret, Rose e Bernadette sono tre ragazze che vivono nella contea di Dublino negli anni '60: la prima è stata violentata da un amico durante una festa nuziale, la seconda ha avuto un bambino senza essere sposata e l'ultima ha scambiato qualche parola con alcuni coetanei fuori dalla cancellata dell'orfanotrofio nel quale vive. Considerate peccatrici, vengono rinchiuse in uno dei conventi "Magdalene", gestiti dalle suore della Misericordia per conto della Chiesa cattolica. A loro si aggiunge Crispina, una povera ritardata (anche lei ragazza-madre) che viene trasferita in manicomio quando rivela pubblicamente i servigi sessuali resi al pastore del convento. Per espiare i peccati, sono costrette a lavorare in lavanderia per 8-10 ore al giorno, sette giorni la settimana, senza alcuna retribuzione...

La barbarie istituzionale, con la complicità di famiglie bigotte e benpensanti, allarga le sue ombre sulla "civilissima" cultura occidentale. Ci voleva uno scozzese pazzo, coraggioso e visionario come Mullan per fare questo film; uno che aveva già scoperchiato una chiesa verso il finale di Orphans, il suo primo lungometraggio (del 1997), e non si è lasciato intimorire dagli ostacoli opposti al suo progetto dalla Chiesa cattolica irlandese. Duro e appassionato come un feuilleton e altrettanto incredibile, ma basato su storie vere. Mullan sa trattare il realismo con antirealistica crudezza: ossessione, paura, orrore riflesso in una pupilla insanguinata. Leone d'oro a Venezia 2002.

Nei conventi delle suore della Misericordia, sino agli anni ’60, almeno 30.000 donne sono vissute come ai lavori forzati, lavando e stirando per conto terzi, per 364 giorni all’anno (tranne Natale, quando ricevevano un’arancia a testa), frustate, umiliate, letteralmente deprivate, quasi sempre dall’adolescenza alla morte.
Non siamo nei secoli bui della rivoluzione industriale o negli oscuri sobborghi dell’anima dickensiani. “Magdalene” comincia nel 1964, quando a Dublino le ragazze portano la minigonna e i capelli cotonati, e gli ultimi conventi Magdalene (il nome veniva da Maria Maddalena, che espiò i suoi peccati nella miseria e l’autoflagellazione) sono stati chiusi nel 1996.

(da http://www.film.tv.it/)

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