31/03/09

Domenica 5 aprile: LA ZONA

Manie securitarie e paranoia sociale nella metropoli contemporanea
...arriveremo a questo?

La Zona è il nome del quartiere di Città del Messico dove vive Alejandro, un ragazzo di una famiglia agiata. Più che quartiere però, è un ghetto per ricchi, protetto da cinzioni e guardato a vista da poliziotti privati.
Nonostante tutta questa sicurezza, il giorno del compleanno di Alejandro tre ragazzi che provengono dai sobborghi poveri intorno alla Zona riescono a penetrarvi per compiere una rapina...

Il film sorpresa delle Giornate degli Autori 2007 a Venezia rivela l’evidenza che sta sotto i nostri occhi: l’ipercontrollo della privacy e la frustrazione del giustiziere che si vendica senza aspettare la polizia. L’immagine del quartiere metropolitano richiama esemplarmente l’idea di politica planetaria della “sicurezza”: dalla profezia orwelliana alla sorveglianza dei nostri amministratori locali. E infatti l’atmosfera di normalità della tensione è perfetta.

(da www.film.tv.it)


“Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale”
ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Articolo 22

Domenica 5 aprile alle 20.30 quinto appuntamento con "Diritti Negati". Serata dedicata al Diritto alla sicurezza, con l'intervento di Grazia Naletto - curatrice del libro "Sicurezza di chi? Come combattere il razzismo" (Edizioni dell'Asino) - per parlare delle derive securitarie nella metropoli contemporanea.

Ricercatrice e vicepresidente di Lunaria, da sempre attiva nella promozione di iniziative per i diritti dei cittadini migranti, Grazia Naletto ha condotto studi e inchieste sui processi di inclusione economica e sociale dei cittadini di origine straniera.

A seguire, proiezione del film
LA ZONA (di Rodrigo Plà, Messico 2007)

Vincitore di premi da parte di pubblico e critica nei seguenti festival:
Ariel Awards, Mexico
Athens International Film Festival
Bratislava International Film Festival
Cartagena Film Festival
Fribourg International Film Festival
Miami Film Festival
Montréal Festival of New Cinema
San Diego Latino Film Festival
San Francisco International Film Festival
Sant Jordi Awards
Stockholm Film Festival
Toronto International Film Festival
Venice Film Festival

30/03/09

Amnesty per le donne nel mondo

L'intervento di Paola Crobu, Lara Vurro e Andrea Ruggiero del Gruppo 251 di Amnesty International - Sezione Italiana a Diritti Negati.





26/03/09

Domenica 29 marzo: MAGDALENE

Il calvario delle donne segregate nei conventi delle suore della Misericordia.
Con coraggio Peter Mullan sfida la Chiesa cattolica irlandese

Margaret, Rose e Bernadette sono tre ragazze che vivono nella contea di Dublino negli anni '60: la prima è stata violentata da un amico durante una festa nuziale, la seconda ha avuto un bambino senza essere sposata e l'ultima ha scambiato qualche parola con alcuni coetanei fuori dalla cancellata dell'orfanotrofio nel quale vive. Considerate peccatrici, vengono rinchiuse in uno dei conventi "Magdalene", gestiti dalle suore della Misericordia per conto della Chiesa cattolica. A loro si aggiunge Crispina, una povera ritardata (anche lei ragazza-madre) che viene trasferita in manicomio quando rivela pubblicamente i servigi sessuali resi al pastore del convento. Per espiare i peccati, sono costrette a lavorare in lavanderia per 8-10 ore al giorno, sette giorni la settimana, senza alcuna retribuzione...

La barbarie istituzionale, con la complicità di famiglie bigotte e benpensanti, allarga le sue ombre sulla "civilissima" cultura occidentale. Ci voleva uno scozzese pazzo, coraggioso e visionario come Mullan per fare questo film; uno che aveva già scoperchiato una chiesa verso il finale di Orphans, il suo primo lungometraggio (del 1997), e non si è lasciato intimorire dagli ostacoli opposti al suo progetto dalla Chiesa cattolica irlandese. Duro e appassionato come un feuilleton e altrettanto incredibile, ma basato su storie vere. Mullan sa trattare il realismo con antirealistica crudezza: ossessione, paura, orrore riflesso in una pupilla insanguinata. Leone d'oro a Venezia 2002.

Nei conventi delle suore della Misericordia, sino agli anni ’60, almeno 30.000 donne sono vissute come ai lavori forzati, lavando e stirando per conto terzi, per 364 giorni all’anno (tranne Natale, quando ricevevano un’arancia a testa), frustate, umiliate, letteralmente deprivate, quasi sempre dall’adolescenza alla morte.
Non siamo nei secoli bui della rivoluzione industriale o negli oscuri sobborghi dell’anima dickensiani. “Magdalene” comincia nel 1964, quando a Dublino le ragazze portano la minigonna e i capelli cotonati, e gli ultimi conventi Magdalene (il nome veniva da Maria Maddalena, che espiò i suoi peccati nella miseria e l’autoflagellazione) sono stati chiusi nel 1996.

(da http://www.film.tv.it/)

24/03/09

Contro machismo e violenza sulle donne

“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù”
ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Articoli 3 e 4

Domenica 29 marzo alle 20.30 quarto appuntamento con "Diritti Negati", dedicato al diritto alla vita e alla libertà individuale.

Ad aprire la serata ancora una volta Amnesty International - Sezione Italiana, con il gruppo 251 che presenterà la campagna "Mai più violenza sulle donne": per parlare di machismo culturale, diritti negati e delle altre campagne dell'organizzazione.

A seguire, proiezione del film
MAGDALENE (di Peter Mullan, UK 2002)

23/03/09

Amnesty contro tortura e detenzione ingiusta

L'intervento di Pasquale Quitadamo - membro del Comitato Direttivo della sezione italiana di Amnesty International - a Diritti Negati.





18/03/09

Nessuna tortura! Amnesty International a DN

“Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato”
ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Articoli 5 e 9

Tortura e detenzione ingiusta non riguardano solo Guantanamo o Abu Ghraib, le dittature del passato o i contesti di guerra...
Le violazioni dei più basilari diritti umani sono spesso assai più vicine a noi di quanto si possa credere: basti pensare al G8 di Genova 2001, alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto...

Domenica 22 marzo, ore 20.30:
ad aprire la serata sul Diritto alla protezione contro la tortura e la detenzione ingiusta, l'intervento di Riccardo Noury, Direttore dell'Ufficio Comunicazione di Amnesty International - Sezione Italiana.

A seguire, proiezione di
GARAGE OLIMPO (di Marco Bechis, Argentina-Italia 1999)


Diritti Negati appoggia la campagna
PIU' DIRITTI PIU' SICUREZZA
Partecipa su www.amnesty.it alla campagna di Amnesty International per fermare le violazioni dei diritti umani nella "guerra al terrore"

17/03/09

Domenica 22 marzo: GARAGE OLIMPO

Argentina fine anni '70: un paese "normale"

Maria è attivista in un'organizzazione contro la dittatura in Argentina. Insegna a leggere e scrivere nelle baraccopoli e vive con la madre in una vecchia casa insieme ad altri giovani. Un giorno la giovane viene arrestata dai soldati in borghese, sotto gli occhi della madre, e rinchiusa nel famigerato Garage Olimpo. Maria diventa una dei tanti desaparecidos.

Buenos-Aires 1976-83: la vita scorre regolarmente. Normali e trafficati sono i larghi viali della città attraverso i quali si muovono le automobili che conducono a casa o al lavoro cittadini di una paese civile; normale e tranquillizzante la programmazione via radio che intrattiene con canzoni ballabili e partite di calcio ascoltatori ignari; bambini nuotano in piscina e vecchietti portano a spasso il cane davanti a locali chiusi al cui interno si svolge in modo normale e professionale il lavoro che militari in borghese o paramilitari dall'aspetto impeccabile compiono quotidianamente: torturare scientificamente e dopo un tempo variabile "regolarizzare" i prigionieri politici...

Questo è il punto cardine del film di Marco Bechis: la "normalità" di un orrore del tutto ignoto alla popolazione, almeno di quella non coinvolta, di quella che accettava la dittatura di Videla, anche perché qualsiasi tentativo di un parente di cercare gli scomparsi o diffondere la notizia delle sparizioni portava sistematicamente alla sua soppressione.

Tra il 1976 e il 1983 in Argentina, sotto la dittatura militare che mise fine al peronismo, hanno funzionato 365 luoghi di detenzione clandestina in cui sono stati torturati e fatti "scomparire" 30.000 cittadini, per dare corso ad un folle "Proceso de Reorganizaciòn Nacional" mentre il paese moltiplicava vertiginosamente gli affari con investimenti che arrivavano da tutto il mondo.

Oggi molti dei responsabili dello sterminio circolano liberamente per le strade: sequestratori, torturatori, colonnelli, generali. Capita di incontrarli in un bar, in un ristorante, in un cinema. Capita anche che qualcuno li riconosca e li insulti. In genere il criminale accenna un sorriso beffardo e si risiede a tavola, bene o male è soddisfatto di essere ancora qualcuno. Ecco cos'è l'impunità.


Domenica 22 marzo h.20.30
intervento di Amnesty International
e a seguire
GARAGE OLIMPO (di Marco Bechis, Argentina-Italia 1999)

16/03/09

FLC-Cgil e Osservatorio sul Razzismo a Diritti Negati

Gli interventi di Beniamino Lami della FLC-Cgil e dei professori-ricercatori Michela Fusaschi e Francesco Pompeo dell’Osservatorio sul razzismo e le diversità "M. G. Favara" del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre






12/03/09

Scuola, integrazione e antirazzismo

"Ogni individuo ha diritto all’istruzione. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi"
ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 26

La seconda serata di Diritti Negati, domenica 15 marzo dalle 20.30, si aprirà con un duplice intervento, per parlare di tolleranza, antirazzismo e diritto all’istruzione per tutti, in un momento così difficile per la scuola pubblica italiana.

Saranno presenti i professori Michela Fusaschi e Francesco Pompeo dell’Osservatorio sul razzismo e le diversità "M. G. Favara" del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre, che da anni osserva le diverse pratiche di esclusione, a partire dalla relazione tra identità, appartenenze e processi di costruzione sociale della differenza.

A seguire l'intervento di Beniamino Lami della FLC-Cgil, che con il sindacato sta curando delle “Linee di piattaforma per l’inserimento degli alunni immigrati nella scuola italiana”.


A seguire:
Machuca
di Andrés Wood (Cile 2004)

10/03/09

Domenica 15 marzo: MACHUCA

L'antirazzismo parte dalle scuole
Una bella storia sull’amicizia tra due bambini. Sullo sfondo il crollo della democrazia in Cile

Santiago del Cile, 1973. Gonzalo Infante e Pedro Machuca, undicenni, vivono in due zone vicine ma opposte: il primo in un lussuoso quartiere e il secondo in una baraccopoli. Padre McEnroe, preside della scuola e fervente nel credere alla commistione tra idee socialiste ed egualitarismo cristiano, cerca di favorire l'integrazione tra i due mondi e con l'appoggio dei genitori degli studenti, ammette i ragazzi della baraccopoli nella sua scuola.
Divise ordinate e maglioni bucati, abitazioni lussuose e catapecchie di una baraccopoli abusiva, timidezze da esclusi e arroganza dei privilegiati, agiatezza e povertà. Tra Pedro e Gonzalo nasce un’amicizia complicata e guardinga fatta di incomprensioni e sospetti, di complicità effimere, di una vicinanza senza futuro...

Nel 1973 capo dello stato è Salvador Allende, i ricchi temono per i loro beni accumulati ed i poveri cominciano a sperare in una fettina della torta che contribuiscono tutti i giorni ad impastare. Il regista cileno Andrés Wood racconta i giorni dell’ira e della catastrofe politica partendo dalle aule di un’esclusiva scuola privata dove il preside vorrebbe favorire l’integrazione di alcuni studenti che appartengono ad una realtà sociale molto diversa da quella da cui arriva la maggior parte degli studenti.
Ma contrariamente a quello che piace pensare, i bambini non possono salvare il mondo. Soprattutto se il mondo è il Cile di quei giorni, in cui la democrazia di Allende si sbriciola nella violenza, nel sangue, nella rabbia sociale e viene spazzata via dal colpo di stato dei militari.

Il percorso di integrazione dei due mondi opposti termina nel momento stesso in cui Allende viene assediato e costretto a togliersi la vita. I militari salgono al potere e tutti coloro che avevano sostenuto il presidente subiscono maltrattamenti, deportazioni, morte. Le ingiustizie e la violenza militare imbavagliano una parte del popolo, preservando i privilegi di coloro cui non è dato vedere la sofferenza che risiede dietro ai propri lussi, e distruggendo quel mondo più aperto al quale qualcuno cominciava a credere...

Wood propone una storia semplice, molto ben interpretata da bambini alle prime esperienze. Senza bisogno alcuno di puntare il dito contro la dittatura, lascia che lo sviluppo mostri gli estremismi prima di cercare i punti di incontro di mondi molto distanti. Gli occhi dei bambini protagonisti ci conducono lentamente alle soglie dell'orrore, lasciandoci perplessi sull'assurdità della guerra civile, sul sangue dei fratelli, sul sacrificio degli umili, sullo sperpero dei vincitori e incapaci di reagire di fronte ad una violenza tanto lucida ed organizzata.

Grande e piccola storia si fondono per mostrarci la realtà senza eroismi o ipocrisie, pregna d'amore abortito sull'altare del potere.

MACHUCA (di Andrés Wood, Cile 2004)

Francesco Sinopoli (CGIL) a Diritti Negati





04/03/09

Adesioni alla rassegna

Hanno già aderito a Diritti Negati le seguenti organizzazioni impegnate in vario modo per la tutela dei principali diritti civili:

Un rappresentante della CGIL aprirà la prima serata (8 marzo) sul tema del diritto al lavoro.

La seconda serata (15 marzo) vedrà ospite l'Osservatorio sul razzismo e le diversità "M. G. Favara" del Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università Roma Tre e la FLC Cgil per parlare di tolleranza e diritto all'istruzione per tutti.

Amnesty Italia porterà il suo contributo e la sua esperienza in occasione della terza serata (22 marzo) dedicata al diritto alla protezione contro la tortura e la detenzione ingiusta.

Le ossessioni securitarie della città contemporanea saranno al centro della quinta serata (5 aprile, diritto alla sicurezza) con la partecipazione di Lunaria.

Il 19 aprile (diritto alla libertà di movimento) parole e immagini su immigrazione clandestina e diritto di asilo con l'intervento del Consiglio Italiano per i Rifugiati, mentre la libertà di espressione e informazione è il diritto per cui si batte Articolo 21, che ce ne parlerà il 10 maggio.

Infine il 17 maggio, giornata mondiale contro l'omofobia, Diritti Negati chiuderà con l'intervento dello stesso Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, da sempre impegnato nella lotta contro la discriminazione basata sull'identità di genere e per una cultura delle differenze.

Non mancate di visitare queste pagine per ulteriori aggiornamenti.

01/03/09

Domenica 8 marzo: I LUNEDÌ AL SOLE

Diritti Negati parte con il Diritto al lavoro

“Ogni individuo ha diritto al lavoro, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione”
ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 23


È "I lunedì al sole", dello spagnolo Fernando León de Aranoa, il film che apre la rassegna del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli sulle violazioni dei diritti umani, sul tema del diritto al lavoro.

Gijón è una città della costa settentrionale della Spagna, cresciuta a dismisura a causa dello sviluppo industriale ma ora alle prese con l'immigrazione e la disoccupazione. Santa, Josè, Lino, Reina, Amador, Serguei: amici da sempre, che dopo aver perso il lavoro ai cantieri navali, consumano i giorni tra bevute al bar, discorsi filosofici, e improbabili ricerche di nuove occupazioni. Fra le malinconie di un futuro difficile e le gioie momentanee che scrosciano all'improvviso. Sempre pronti a non dimenticare l'unico bene prezioso che è rimasto loro: la dignità.

A León de Aranoa interessano le piccole grandi sporcizie che si insinuano nelle intercapedini delle società occidentali post-industriali. Interessano la capacità di resistenza umana, il valore etico dell'unità («Abbiamo perso - dice Santa – perché non siamo rimasti uniti; e perdendo il lavoro abbiamo ucciso il futuro dei nostri figli»).

Con un linguaggio tradizionale ma scarno, che si tiene alla larga dalla retorica, confeziona così un film militante e ideologico senza il linguaggio della militanza e dell’ideologia. Investito da un diluvio di Premi Goya (l'equivalente spagnolo dei nostri David), il giovane e talentuoso regista ha realizzato un'opera che si avvale di una scrittura sapiente e, soprattutto, di una recitazione magistrale di tutti gli attori, in special modo di Bardem, giunto ormai ad una fantastica maturità espressiva.

Un piccolo capolavoro che commuove senza indisporre, fa riflettere senza essere saccente, e talora trova anche il tempo di farci divertire.