04/05/10

Grazie a tutti!

Grazie per aver partecipato alla seconda edizione di Diritti Negati, speriamo che la rassegna abbia smosso un po' le coscienze e ci abbia spinto ad esser maggiormente attivi nelle prossime battaglie per la difesa dei diritti umani e civili.

Un saluto, e una ringraziamento particolare al L.o.a. Acrobax ed al Circolo Mario Mieli per aver ospitato e sostenuto le due edizioni.

21/04/10

Libertà di movimento: WELCOME

Mercoledì 28 aprile ultimo appuntamento con la nuova edizione di "Diritti Negati".

Serata dedicata alla libertà di movimento e al diritto di asilo, con la proiezione del film WELCOME, pluripremiato nei festival di mezza Europa: a Bilal, un giovane rifugiato curdo giunto a Calais, non resta che attraversare la Manica per raggiungere l'agognata Inghilterra. Un dramma dell'immigrazione che racconta l'esperienza di migliaia di rifugiati attraverso uno stile asciutto e di forte impatto emotivo.

Dalle 20 in funzione bar e trattoria.
A seguire, alle 21, proiezione del film
WELCOME (di Philippe Lioret, Francia 2009)

INGRESSO GRATUITO

Saranno inoltre presenti i ragazzi di Amnesty International - gruppo 251 di Roma, per raccogliere firme a sostegno delle loro petizioni.

19/04/10

Il Libano contro "Lebanon"

Dure critiche dal Libano a 'Lebanon'
(Repubblica, 21-09-2009)

Un film fazioso, politicizzato, di parte: la stampa e i blog libanesi sparano a zero su Lebanon, la pellicola di Samuel Maoz vincitrice del Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

"Quel film mostra solo il punto di vista di Israele", scrive il corrispondente in Italia del quotidiano libanese 'An-Nahar', vicino alla maggioranza di governo in Libano. "Mostra un'operazione di autodifesa dove l'altro non esiste, dove il nemico è nascosto, assente, trattato come un 'terrorista'". Per il quotidiano di Beirut, "il film, come ci attendevamo, cede alla tentazione di trasformare i carnefici in vittime o quasi...", sostiene il quotidiano.

Maoz, nella pellicola, fa rivivere la sua esperienza di giovane soldato israeliano nel corso della prima guerra libanese del 1982, un'esperienza che gli cambiò la vita e che ora ha proiettato su una pellicola forte, dura. In 'Lebanon' la guerra è vista dal mirino di un carro armato israeliano in cui quattro giovani soldati sono rinchiusi senza poter vedere davvero gli orrori e i massacri intorno a loro.

Il quotidiano libanese 'Al-Mustaqbal' ha parlato della pellicola come di un tentativo di cancellare 40 anni di "aggressione israeliana": "Il pubblico in Italia si è afflitto per le sofferenze di quei quattro soldati... E non per le vittime della guerra", sostiene il quotidiano libanese, secondo il quale "il film serve solo a mostrare la presunta umanità dello Stato sionista, che ha iniziato la guerra 'contro la sua volontà e 'in sofferenza'". Duro anche il giornale 'Al-Akhbar' vicino al movimento degli Hezbollah: "Molti pensano che sia un film contro la guerra e che quindi critica i conflitti intrapresi dallo Stato ebraico e dal suo esercito, ma in realtà non è minimamente critico", scrive 'Al-Akhbar'.

Anche dai blog libanesi è arrivato un coro di critiche per un film teso a "umanizzare i soldati israeliani e non le vittime libanesi e palestinesi". 'Lebanon', come successe anche con 'Waltzer con Bashir' (sempre sulla guerra israelo-libanese) non sarà proiettato nel Paesi dei Cedri poichè le autorità di Beirut vietano la diffusione dei prodotti israeliani.


Rassegna Stampa

"Ambientato tutto all'interno di un carroarmato salvo la prima e l'ultima inquadratura, fulminanti, 'Lebanon' e quasi la continuazione con altri mezzi di 'Valzer con Bashir', il capolavoro di Ari Folman che ha cambiato la storia del cinema di guerra e di quello d'animazione. (...) Sulle prime si pensa ai film di sommergibili di una volta, ma e un attimo. E se uscendo dalla sala e facile razionalizzare, perche in fondo tutti i film bellici parlano di orrori senza nome, di conflitti di potere, di crimini di guerra, 'Lebanon' riesce a fondere con grande forza due piste. Quella 'umana', accentuata dalla claustrofobia di fondo. E quella più propriamente di guerra, con abusi e nefandezze ai danni dei civili che gettano una luce sempre più sinistra sul groviglio della guerra israelo-libanese. Anche se poi la scena più toccante del film è quella in cui un carrista rievoca un episodio della sua infanzia mescolando sesso e morte, l'eccitazione di una prima volta e il giorno in cui perse suo padre. E lo fa usando solo parole." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 08 settembre 2009)

"Com'è strana, inimmaginabile la guerra come la racconta Samuel Maoz, 47 anni di Tel Aviv, in 'Lebanon': al cinema non l'abbiamo mai vista così, neppure nel meraviglioso 'Valzer con Bashir', film di animazione onirico e poetico sull'episodio più orribile della stessa guerra, la strage di Shabra e Chatila (...) 'Lebanon' non ha una tesi politica, non è pro né contro Israele, vuole solo comunicare un'esperienza umana spaventosa, devastante per sempre." (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 08 settembre 2009)

"Soldati libanesi, terroristi, ma anche parecchi innocenti. I cineasti d'Israele (vedi 'Valzer con Bashir') non hanno paura a raccontare in cinema il lato sporco delle loro guerre. Io la vedo come un'espressione di libertà. Ma tanti, seduti accanto a me, solo come un'ammissione di colpa." (Giorgio Carbone, 'Libero', 08 settembre 2009)

"'Lebanon' di Samuel Maoz non e un capolavoro, ma il suo messaggio pacifista può fare facilmente presa su una giuria fin troppo eterogenea. (...) Girato tutto all' interno del carro armato, scandito dai rumori assordanti della guerra e dei macchinari bellici, il film fa crescere la tensione di pari passo alla perdita di contatti con il mondo esterno, rendendo palpabile la paura e l'angoscia di chi si scopre assolutamente impreparato di fronte alla guerra e alla morte. 'Lebanon' poteva forse innescare qualche riflessione in più sui conflitti in Medio Oriente e la sceneggiatura (del regista) ricorda molti altri film, da 'Uomini sul fondo' a 'Belva di guerra', ma il risultato e indubbiamente molto efficace e il suo messaggio pacifista va dritto al cuore dello spettatore." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 09 settembre 2009)

"'Lebanon' del debuttante israeliano Samuel Maoz. La cui aspra audacia consiste nel fatto che si svolge tutto all'interno di un carro armato, dove restano intrappolati quattro militari arruolati nella campagna dell'82 in Libano: la claustrofobia della situazione pare fatta apposta, nella sapiente architettura narrativa, per esasperare sino al diapason le nefandezze della guerra." ("Valerio Caprara, 'Il Mattino', 09 settembre 2009)

"L'ambientazione claustrofobica è una sfida, impressiona e informa, ma è costantemente accompagnata dall'evidenza di un artificio non temperato." (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 09 settembre 2009)

"Il quarantasettenne regista Samuel Maoz fa rivivere con 'Lebanon' (...) la sporca guerra che ha vissuto in prima persona dentro a quel tank. (...) Il film e il racconto verosimile di quella concitata mattinata con la macchina da presa installata all'interno del cingolato e per un'ora e mezza mai spostata al di fuori. Le uniche inquadrature possibili del film sono i primi piani, dei quattro soldati. Oppure la trovata da videogame dell'obiettivo nel mirino, movimento di macchina avvolto dal fastidioso clangore della ferraglia, da meta film in avanti perfino lente crepata a seguito di un razzo lanciato contro il carro armato. Una rigidissima e singhiozzante via di fuga per l'occhio fatta di dettagli macabri e sanguinolenti, unica possibile e imposta veduta dell'orrore della guerra." (Davide Turrrini, 'Liberazione', 09 settembre 2009)

"Stesso trauma, anche Maoz come Ari Folman decide 25 anni dopo di rievocare l'incubo del conflitto, quando, ventenne, uccise per la prima volta. Al posto del cartoon, il regista sceglie una visione onirica, claustrofobica, introspettiva. E se 'Valzer con Bashir' pretendeva (purtroppo) la ricostruzione storica, questo elude la questione. (...) Maoz sposta il mirino nell'abitacolo del carrarmato, sulle facce trasfigurate, sporche di petrolio, rigate di lacrime, soffuse di luce divina. Assolti per aver ubbidito agli ordini. Piace questo film «contro la guerra», estetizzante e melodrammatico, sullo stato infelice dei soldati che conversano su mamme e maestre dalle grandi tette, ma Fuller e lontano. Resta un cocktail sentimentale che sembra corretto dal rosolio della censura israeliana dove il «cattivo» e solo un bruto falangista cristiano (come in 'Valzer con Bashir'), che promette a un prigioniero siriano in mano ai soldatini paurosi e innocenti di cavargli l'occhio con un cucchiaio, tagliargli il pene e squartarlo, tanto non capiscono l'arabo. Noi sì perche ci sono i sottotitoli, negati invece al siriano, che invano urla la sua disperazione al mondo. Samuel Maoz dice che sta ancora pensando se aggiungerli oppure no nella versione definitiva. Ci metterà altri 25 anni prima di decidere?" (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 09 settembre 2009)

18/04/10

L'assurdità di ogni guerra

Mercoledì 21 aprile serata dedicata all'assurdità di ogni guerra, con la visione "critica" del film LEBANON, Leone d'oro all'ultimo Festival del cinema di Venezia: l'esperienza di quattro soldati israeliani rinchiusi all'interno di un carro armato durante l'invasione del sud del Libano nel 1982.

Trattandosi di un film acclamato e al tempo stesso criticato da più parti, la proiezione sarà preceduta e seguita da un dibattito volto a contestualizzare l'episodio narrato all'interno della politica di Israele verso i paesi confinanti ed i territori palestinesi occupati.

Dalle 20 in funzione bar e trattoria.
A seguire, alle 21, proiezione del film
LEBANON (di Samuel Maoz, Israele 2009)

INGRESSO GRATUITO

Saranno inoltre presenti i ragazzi di Amnesty International - gruppo 251 di Roma, per raccogliere firme a sostegno delle loro petizioni.


Estratto da un comunicato di ISM-Italia, il gruppo di supporto italiano dell'International Solidarity Movement Palestinese (movimento impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi dell’azione non violenta), che sta conducendo una campagna di boicottaggio accademico e culturale di Israele:

"A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto Goldstone, da parte del Consiglio per i diritti umani dell’ONU, che documenta le violazioni del diritto internazionale, i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dall’esercito israeliano durante il massacro di Gaza (dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 ci sono stati oltre 1400 morti, tra i quali centinaia bambini), esce nelle sale Lebanon, di Samuel Maoz, Leone d’Oro a Venezia.
Al film ha contribuito l’Israel Film Fund, l’ente nazionale per il cinema, che continua la politica tesa a mostrare al mondo il volto umano e tormentato di Israele: uno stato che da 60 anni occupa illegalmente i territori palestinesi, discrimina i suoi cittadini in base all’etnia, impedisce il diritto al ritorno nella loro terra dei palestinesi cacciati da una pulizia etnica che prosegue tuttora, con il genocidio a Gaza, con uccisioni mirate, insediamenti illegali, imprigionamenti, distruzione e sottrazione delle risorse economiche e il Muro dell’aparheid, in tutta la Palestina.
Lebanon non è il primo film israeliano che compatisce, deresponsabilizza e, infine, assolve i massacratori, ieri in Libano oggi a Gaza. Valzer con Bashir ne è un altro esempio."

08/04/10

Libera informazione contro tutte le mafie!

Mercoledì 14 aprile terzo appuntamento con Diritti Negati 2010 presso il Laboratorio Occupato Autogestito Acrobax all'ex-cinodromo, in via della vasca navale 6, zona Marconi/San Paolo.

Serata dedicata alla libertà d'informazione e alla lotta contro le mafie, con la proiezione del film FORTAPÀSC: la vicenda del giornalista praticante del Mattino di Napoli Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985 a soli 26 anni, "colpevole" di aver portato l'attenzione dei media sulle manovre della criminalità organizzata.

Dalle 20 in funzione bar e trattoria.
A seguire, alle 21, proiezione del film
FORTAPÀSC (di Marco Risi, Italia 2009)

INGRESSO GRATUITO

Saranno inoltre presenti i ragazzi di Amnesty International - gruppo 251 di Roma, per raccogliere firme a sostegno delle loro petizioni.

"Gli ingredienti per realizzare l’ennesima agiografia di una vittima (dimenticata) della camorra c’erano tutti. C’era la vicenda personale di Giancarlo Siani, c’erano gli Ottanta, quelli dei tangentisti e dei faccendieri, delle commesse e della corruzione, delle spese inutili e della burocrazia gonfiata, degli omicidi del generale Dalla Chiesa, c’era un Paese sordo alle idee di Siani che scriveva (e lavorava) per un’Italia migliore, c’era l’inevitabile sacrificio finale. Ma Marco Risi non ha realizzato un altro film sulla camorra, concentrandosi esclusivamente sulle tappe di avvicinamento di Siani prima a una consapevolezza di sé e della lotta politica, poi a una strategia letteraria e provocatoria. La camorra è in ogni gesto di chi si oppone a Siani, in ogni silenzio indifferente, nelle grottesche indagini dei carabinieri, nella "clemenza" della magistratura, nelle assurde pratiche rituali di "guappi" spietati e armati, che intendono porre la corruzione e la violenza come norma fondamentale di convivenza sociale.
[...]
Con la linearità di un cinema che non ha tesi da dimostrare ma una bruciante urgenza di raccontare, Fortapàsc mette in piazza una classe politica che mira alla propria autoconservazione, una società incivile che chiede la legittimazione di essere incivile e un giornalismo (impiegatizio) che continua a ignorare le proprie responsabilità nel degrado sociale, etico, linguistico e culturale del Paese."
(da www.mymovies.it)

07/04/10

Cinema glbt a Roma

Considerato il successo di pubblico dell'ultimo film proiettato, "Milk", riceviamo e segnaliamo a tutti gli appassionati di cinema glbt il programma della nuovissima rassegna organizzata da Buzz Intercultura:

"Rainbow Cine - Film inediti gay-lesbici dal mondo sottotitolati in italiano"
tutti i venerdí di aprile e maggio 2010 alle 21
presso la LIBRERIA GABI INTERNATIONAL
via Gabi, 30 a-b-c (metro S. Giovanni), Roma

PROGRAMMA:
- 9 aprile 2010: "Oxygono (Blackmail Boy)" (Grecia 2003, 100')
- 23 aprile 2010: "L'isola di Lesbo [Isle of lesbo]" (USA 1997, 98')
- 30 aprile 2010: "The Reception" (USA 2005, 80')
- 7 maggio 2010: "Amnesia: The James Brighton Enigma" (Canada 2005, 90')
- 14 maggio 2010: "Itty Bitty Titty Commettee" (Usa 2007, 85')
- 21 maggio 2010: "Shelter" (USA 2007, 97')
- 28 maggio 2010: "Coming Out" (Germania Est 1989, 113')

Prima di ogni film verranno proiettati alcuni video e cortometraggi sottotitolati in italiano ed inediti in Italia.

Tutte le info sul blog di BuzzIntercultura, dove tutti i video (esclusi i film) possono essere scaricati.

Segnaliamo inoltre, ogni lunedì sera, la rassegna "Another gay movie" presso il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.

02/04/10

Gay liberation

Mercoledì 7 aprile secondo appuntamento con la nuova edizione di "Diritti Negati" presso il Laboratorio Occupato Autogestito Acrobax all'ex-cinodromo, in via della vasca navale 6, zona Marconi/San Paolo.

Serata dedicata alla lotta contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l'identità di genere, con la proiezione del film MILK, vincitore di due premi Oscar: la storia di Harvey Milk, il primo consigliere comunale apertamente gay di San Francisco, nonché uno dei maggiori rappresentanti del movimento di liberazione omosessuale.

Dalle 20 e per tutta la serata in funzione bar e trattoria.
A seguire, alle 21, proiezione del film
MILK (di Gus Van Sant, USA 2008)

INGRESSO GRATUITO

Saranno inoltre presenti i ragazzi di Amnesty International - gruppo 251 di Roma, per raccogliere firme a sostegno delle loro petizioni.

25/03/10

Seconda edizione: si riparte dall'Acrobax!

Ogni mercoledì dal 31 marzo al 28 aprile c/o L.o.a. Acrobax

Città del Messico, San Francisco, Napoli, Beirut, Calais: le cinque tappe della nuova edizione di Diritti Negati, la rassegna di cinema sociale che per il secondo anno consecutivo sbarca a San Paolo per promuovere una cultura delle differenze.

Dopo il successo della scorsa primavera presso il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, stavolta gli incontri avranno luogo ogni mercoledì dal 31 marzo al 28 aprile negli spazi del L.o.a. Acrobax presso l’ex-cinodromo della capitale, in via della vasca navale 6, a breve distanza dalla metro B “Basilica San Paolo”.

Dalle ore 20.00 in funzione trattoria e wine bar per l’aperitivo, a seguire alle 21 è prevista la proiezione del film. L’ingresso è gratuito.
Ad ogni incontro saranno presenti i ragazzi del Gruppo 251 di Amnesty International per raccogliere le firme per le loro petizioni contro vari casi di negazione dei diritti umani nel mondo.

Dal 2002 il Laboratorio Occupato Autogestito Acrobax ha restituito alla città uno spazio abbandonato salvandolo dalla speculazione edilizia e facendone un luogo di attraversamento culturale e di aggregazione, in costante lotta contro la frammentazione sociale e l'isolamento. L'ex-cinodromo è parte di una comunità attiva che vuole trasformare il presente.


Maggiori informazioni:
http://dirittinegati2010.blogspot.com
dirittinegati@live.it
www.acrobax.org

***
Programma:

1. Ossessione sicurezza
Mercoledì 31 marzo 2010
La zona (di Rodrigo Plà, Messico 2007)

2. Lotta alla discriminazione in base all’orientamento sessuale
Mercoledì 7 aprile 2010
Milk (di Gus Van Sant, USA 2008)

3. Libertà d’informazione e lotta alle mafie
Mercoledì 14 aprile
Fortapàsc (di Marco Risi, Italia 2009)

4. L’assurdità della guerra
Mercoledì 21 aprile 2010
Lebanon (di Samuel Maoz, Israele 2009)

5. Libertà di movimento e diritto di asilo
Mercoledì 28 aprile 2010
Welcome (di Philippe Lioret, Francia 2009)

02/07/09

Appuntamento a ottobre!

Diritti Negati dà appuntamento a ottobre su questo blog per le novità sulla rassegna...

Buona estate!

01/06/09

Documento politico RomaPride 2009

Nel 1969, a New York, la ribellione nel bar gay allo Stonewall Inn, nel Greenwich Village, fece la storia del movimento lgbtq. La notte del 27 giugno la polizia vi irruppe, come aveva già fatto decine e decine di volte, in maniera prepotente e minacciosa. Al contrario delle altre volte l’ulteriore angheria produsse stavolta una reazione a catena. Sylvia Rivera, transgender, insieme a tante e tanti altri si opposero a questo ulteriore sopruso con tre giorni di scontri, dando inizio a proteste e contestazioni che da New York dilagarono dapprima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo. Oggi la ribellione di Stonewall è universalmente riconosciuta come data di nascita del movimento di liberazione di lesbiche, gay e transgender/transessuali.

A quarant’anni da quella data il RomaPride 2009 ricorda e difende quel momento storico come nostra memoria collettiva, utilizzando i mezzi essenziali e congeniali ad ogni Pride: un corteo pieno di musica, allegria, proposte, liberazione, lotta e creatività unitamente a richieste, rivendicazioni politiche e opposizione verso ogni repressione e ogni negazione del riconoscimento di fondamentali diritti civili. Il Pride è il momento di maggiore visibilità della comunità lgbtq e si pone a coronamento di un’attività politica e sociale quotidiana fatta di relazioni con le istituzioni, le forze politiche e con la società civile, con i media per dare spazio alle richieste di rinnovamento della società. Nel Pride si ritrovano convergenti ed unite, in un corteo pacifico e propositivo, tutte le persone e le soggettività politiche ed associative che si battono per costruire una società inclusiva, laica, aperta, solidale, capace di accogliere le diversità e che rifugga dall’omologazione, rifiutando a gran voce e con convinzione i tentativi di trasformare le singole persone in soggetti identici, immobili, ubbidienti, silenziosi e nascosti.

“Liberi tutti, libere tutte” è lo slogan del RomaPride 2009.

Lesbiche, gay, bisessuali, transgender/transessuali, queer e tante/i donne e uomini libere/i sfileranno a Roma come accade ogni anno sin dal 1994. Il 13 giugno 2009 un corteo forte di idee, libero, gioioso, pacifico, orgoglioso e rivendicativo attraverserà le strade della Capitale. E come sempre il RomaPride sarà di tutti/e coloro che vorranno viverlo con entusiasmo, passione e gioia di vivere, per la piena visibilità delle scelte di vita, che devono essere libere per tutti e tutte.

Al grido di “Liberi tutti, libere tutte” il corteo attraverserà la città con le stesse rivendicazioni degli ultimi anni, che si possono riassumere in Parità, Dignità, Laicità. Queste parole costituiscono l’essenza delle richieste e delle esigenze dei cittadini e delle cittadine lesbiche, gay, bisessuali, transgender/transessuali e queer, ma rappresentano anche le basi di una democrazia libera e matura che, in questo momento storico e politico nel nostro Paese sembrano allontanarsi ogni giorno di più. La completa indifferenza alle istanze e alle necessità della comunità lgbtq, a differenza di altri paesi europei dove i movimenti hanno raggiunto dei traguardi almeno legislativi per le persone lgbtq, per le loro relazioni, per le loro famiglie, per i loro figli e le loro figlie, evidenziano il clima repressivo e clericale dell’Italia e pongono il nostro Paese all’ultimo posto di una classifica che non gli fa onore.

In questa fase della storia italiana, mortificata da un clima di integralismo ideologico, la liberazione riguarda tutte e tutti. Inoltre ricordiamo anche la legge sulla procreazione assistita, ideologica e incongrua, come del resto ha affermato anche la Corte Costituzionale; le scelte del governo rispetto ai temi etici, arretrate e spinte dall’idea di una morale unica di Stato, così come si prospetta ultimamente con la legge sul testamento biologico, che vorrebbe imporre a tutti come morire. Ma anche gli interventi sulla sicurezza non sono degni di un Paese responsabile, solidale e pluralistico, dunque libero, nel momento in cui si scelgono le incontrollabili ronde private oppure si imputa a stranieri/e, o in generale a diversi/e di essere fonte e problema delle violenze e delle insicurezze sociali. A favorire talune di queste operazioni è la continua, inopportuna e grave ingerenza politica delle gerarchie vaticane che, forti di una loro presenza trasversale all’interno dei partiti, usano il sentimento religioso per precludere anche la sola discussione di leggi contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia e per la tutela dei diritti della comunità lgbtq. Si denuncia quindi come la carenza di laicità abbia ricadute negative e talora drammatiche sulle nostre vite.

Per quanto riguarda i diritti sociali, civili e umani la protesta della comunità lgbtq è e sarà vibrante ed irrinunciabile. L’attuale governo è restio a qualsiasi dibattito sui diritti civili e sociali, nonostante il senso comune dei cittadini e delle cittadine stia cambiando in positivo rispetto alle tematiche e alle richieste lgbtq, e sia molto più laico e aperto in generale. I contenuti culturali e conservatori proposti dalla destra su questi temi vengono utilizzati in maniera strumentale e ipocrita: la comunità lgbtq viene spesso accusata di pretendere diritti che non le spettano, di minare alle basi la società civile con la richiesta di riconoscimenti delle coppie omosessuali e di leggi che le tutelino, di insidiare e indebolire la famiglia “naturale” con il riconoscimento delle nuove famiglie, tra cui anche quelle omogenitoriali.

Perdura quindi una colpevole disattenzione legislativa per una grande percentuale di cittadine e cittadini italiani, nonostante le persone lgbtq continuino ad avere le stesse vite e le stesse esigenze.

Il messaggio alla politica istituzionale deve essere chiaro: alle posizioni retrograde del Pdl reagiamo fermamente con la nostra protesta. Del resto ribadiamo le nostre critiche al Partito Democratico per le proprie posizioni tiepide ed ambigue sul tema dei diritti civili e sociali. Quindi a tutte le forze politiche indistintamente richiediamo una maggiore attenzione rispetto agli stimoli e alle proposte che provengono dai singoli/e cittadini/e, dalle associazioni, dalle reti e dai movimenti. Il nostro momento unitario di lotta e di visibilità, il Pride, è l’occasione per tutte le forze politiche di prendere una posizione rispetto a temi etici, sociali e civili che non riguardano ormai solo le persone lgbtq ma che investono tutta la cittadinanza.

Il RomaPride 2009 è, da questo punto di vista, il luogo dove hanno cittadinanza i diritti di tutti e tutte, la manifestazione con la massima esposizione dei corpi e delle idee, della libertà, della solidarietà, della varietà di orientamenti sessuali, dell’ identità di genere e della fantastica ricchezza delle differenze etniche, politiche e religiose.

“Liberi tutti, libere tutte” rivendica l’antifascismo, l’antisessismo e l’antirazzismo quali elementi indispensabili e centrali per ogni lotta di liberazione e ribadisce il proprio carattere pacifico e di lotta alla violenza in tutte le sue forme, affermando la sua vocazione contro ogni forma ditotalitarismo, sia esso teocratico, economico, politico o sociale. Il RomaPride 2009 ribadisce anche la propria incontestabile ed ineluttabile affinità con le rivendicazioni del movimento femminista riaffermando che il destino di una società progressista ed evoluta passa anche attraverso l’autodeterminazione delle donne e la piena cittadinanza delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender/transessuali e queer.

Il RomaPride 2009, con la sua marcia pacifica, è una forma di autodifesa per ogni lesbica, gay, bisessuale, transgender/transessuale e queer dall’omofobia, dalla lesbofobia e dalla transfobia, così come ribadisce la sua difesa dalla violenza fisica e la denuncia del sistema patriarcale come causa delle violenze contro le donne, i minori, i disabili, le lesbiche, i gay e le persone transgender/transessuali.

http://www.romapride.it

26/05/09

Contro omofobia e transfobia

In occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia, Diritti Negati chiude l'ottava serata - dedicata al diritto alla non discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale - con l'intervento di Andrea Maccarrone del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.



14/05/09

Domenica 17 maggio: STONEWALL

Alle origini del Gay Pride
Liber@ di essere

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”
Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 3


Domenica 17 maggio - in occasione della V Giornata Internazionale contro l'Omofobia - alle 20.30 l'ultimo appuntamento con "Diritti Negati", la rassegna di cinema sociale sul tema della violazione delle libertà personali e dei diritti fondamentali organizzata dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli presso la sede in via Efeso 2a, metro B “Basilica S. Paolo”.

Ad aprire la serata sul Diritto alla non discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale l'intervento dello stesso Circolo Mario Mieli, da oltre 25 anni impegnato nella lotta per la rivendicazione e la tutela dei diritti civili delle persone glbtq (gay, lesbiche, bisessuali, trans/gender, queer) nonché organizzatore del Gay Pride romano.

A seguire, proiezione di
STONEWALL (di Nigel Finch, UK 1995)
per conoscere da dove hanno origine le manifestazioni dell'orgoglio omosessuale che da decenni si svolgono in numerose città del mondo.

Saranno inoltre presenti i ragazzi di Amnesty International - gruppo 251 di Roma, per raccogliere firme a sostegno delle loro petizioni.

12/05/09

Articolo 21 a Diritti Negati

L'intervento di Santo Della Volpe, giornalista del TG3 e rappresentante di Articolo 21.







03/05/09

Domenica 10/05: GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”
ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 19

Un coraggioso giornalista Tv si batte contro McCarthy e la sua "caccia alle streghe".
Una lezione di liberalismo autentico che prende spunto dal passato

È la sera del 25 ottobre 1958, una cena celebra l’attività di Edward R. Murrow, anchorman e giornalista della Cbs, conduttore del talk show Person to Person e del notiziario See It Now: foto di gruppo, brusio di voci, il blues nell’aria. In controluce, delineato dal fumo della sigaretta, ecco il profilo di Murrow, che poi sale sul podio a parlare. Parole dure e quiete: siamo tutti grassi e felici, la televisione è fatta per distrarci e isolarci, riflette solo evasione e decadenza…

Stacco: 14 ottobre 1953. Comincia qui, durante una normale riunione di redazione, la guerra privata di Ed Murrow (che durante la Seconda guerra mondiale si è fatto una grande reputazione con i suoi reportage da Londra squassata dalle bombe naziste) contro il moloch aggressivo che minaccia le libertà elementari degli Stati Uniti: il senatore Joseph McCarthy, che con la sua Commissione per le attività antiamericane sta indagando, processando, rovinando chiunque gli capiti a tiro, chiunque si ostini a difendere la libertà di parola, di opinione, di circolazione, di espressione. La paura e il sospetto sono nell’aria, ma Murrow e la Cbs non si tirano indietro.

Di questo parla Good Night, and Good Luck: di televisione, che deve anche ”istruire e illuminare; altrimenti sono solo fili e luci in una scatola”, e di liberalismo autentico, dove esistono contraddittorio e informazione, e di una sfida vinta per tenacia.

George Clooney parla di un episodio del passato pensando al presente, e lo fa con un coraggio che è non solo ideale, ma soprattutto stilistico. Chiuso tra gli uffici e gli studi della Cbs e il bar all’angolo dove si ritrovano i giornalisti (a parte due brevissime scene familiari), ostinatamente attaccato ai volti e ai gesti dei personaggi e ai loro dialoghi serrati, scandito con una velocità adrenalinica che però sa anche prendersi minuti di silenzio, "Good Night, and Good Luck" rielabora una struttura classica (quella dei Kazan-Lumet-Penn degli anni ‘50 e ’60) con i piani sequenza, l’overlapping dialogue e gli zoom del cinema Usa anni ’70, di Altman e Scorsese. Non divaga, non “alleggerisce”, non concede spazi alla distrazione. Con un bianco e nero pastoso e contrastato, dialoghi stringati alla Ben Hecht, un cast esemplare (David Strathairn, attorniato da Clooney, Daniels, Langella, Downey jr. e gli altri), tiene in perfetto equilibrio il piacere della narrazione e l’esigenza morale.


Domenica 10 maggio 2009 h.20,30
Good night, and good luck (di George Clooney, USA 2005)


Ad aprire la serata sul Diritto alla libertà di espressione l'intervento di Giuseppe Giulietti di Articolo 21, associazione da sempre impegnata per un'informazione critica e indipendente.

26/04/09

Casa dei Diritti Sociali, C.I.R. e Città dell'Utopia a DN

Gli interventi di Carla Baiocchi della Casa dei Diritti Sociali-FOCUS, Marina Bozzoni del Consiglio Italiano per i Rifugiati e Caterina Amicucci della Città dell'Utopia alla sesta serata di Diritti Negati, dedicata al diritto alla libertà di movimento e diritto di asilo.